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Monday, 29 October 2012 21:03
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Caso Conte: illecito sportivo? No. Semmai omessa denuncia

Come ogni estate che si rispetti anche questa si appresta ad avere un suo tormentone. Ad oggi, il caso che prenderà possesso del palcoscenico facendo “ballare” più di qualche società è il caso Conte. Le dichiarazioni di Carobbio sembrano aver messo nei guai l’allenatore della Juve campione d’Italia. Se dovessero confermarsi veri i fatti riferiti dall’ex giocatore del Siena cosa rischierebbe in concreto Antonio Conte?

 

 

Parlare adesso di tale questione è come camminare su un campo minato. Bisogna, pertanto, stare molto attenti a dove si mettono i piedi. Premetto, infatti, che presso la Procura federale non risulta ancora aperto alcun fascicolo in capo ad Antonio Conte e non sappiamo se ne verrà mai aperto uno. Tutte le discussioni, o meglio il chiacchericcio, che in questi giorni ha invaso gran parte dei mezzi di comunicazione si basano esclusivamente sugli estratti delle dichiarazioni spontanee rese da Carobbio che potrebbero, peraltro, essere smentite in seguito. In verità, per completezza, bisogna segnalare che, già in parte, tali posizioni sono state smentite da altri giocatori del club toscano.
A questo punto, per puro diletto oltre che per interesse professionale, possiamo tutt’al più ragionare, svincolati dal mero pettegolezzo, sugli eventuali rischi che potrebbe correre Conte se dovessero confermarsi veritiere tali dichiarazioni.
La gravità dei fatti riferiti dall’ex senese Carobbio sono sotto gli occhi di tutti e potrebbero travolgere, come un uragano, i destini di numerosi protagonisti del calcio italiano.
Seppur tali dichiarazioni siano in linea con quanto finora scoperto in sede di indagini, per poter avere un qualche effetto concreto in termini di sanzioni, le stesse dovranno essere supportate da validi materiali probatori.
Attualmente gli unici strumenti probatori nelle mani degli Organi di giustizia sono solo le dichiarazioni rese da Carobbio che, per quanto circostanziate e spontanee possano essere, non risultano sufficienti per poter giustificare dei provvedimenti sanzionatori nè nei confronti dell’allenatore salentino nè nei confronti della società toscana.

Mettiamo il caso che venga confermata la veridicità di tali dichiarazioni. Cosa potrebbe rischiare Antonio Conte?

Le affermazioni di Carobbio, valutate obiettivamente, rappresentano circostanze non particolarmente chiare, almeno per quanto riguarda la posizione di Conte; sicuramente più chiara e più pesante è, invece, la condizione della società senese.
Analizzando le parole dell’ex giocatore l’unica cosa che si può sicuramente ipotizzare è che gran parte dei giocatori e dei collaboratori fossero al corrente di presunti accordi raggiunti con il Novara ed, in precedenza, con l’Albinoleffe.
Il giocatore riferisce, infatti, che prima della partita contro il Novara “lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci disse che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara”. Con riferimento, invece, alla partita con l’Albinoleffe dichiara che “in settimana si parlò molto tra società, calciatori ed allenatore sull'accordo raggiunto”.
Siamo tutti a conoscenza della forza e della pericolosità dell’interpretazione delle parole e, in questo caso, tale regola vale più che mai.
Nel primo caso, si deduce che Conte era a “conoscenza” di un accordo, raggiunto presumibilmente da altri soggetti, tra il Siena e il Novara e che, in virtù di ciò, i giocatori potevano stare tranquilli; nel caso invece della partita contro l’Albinoleffe il giocatore lascia intendere che l’accordo era conosciuto da tutti e che era stato oggetto di ampie discussioni.
Pertanto, se tale circostanza dovesse essere confermata, si configurerebbe, senza dubbio, una violazione del Codice di giustizia sportiva ed esattamente quella della omessa denuncia. Non altro. Come, infatti, stabilito dall’articolo 7 del Codice di Giustizia sportiva “ le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara hanno l’obbligo di denuncia se sanno qualcosa relativamente alla realizzazione di un illecito sportivo”. Se, nonostante la conoscenza di tali fatti, il soggetto non provvede a denunciarli alla Procura federale lo stesso verrà sanzionato.
Finora, in casi analoghi, la sanzione comminata è stata l’inibizione o la squalifica non inferiore a 6 mesi congiunta ad una ammenda non inferiore a 30mila euro. Tuttavia, in questo periodo, non ci si stupirebbe se la sanzione fosse maggiore; la Federazione si avvia verso un inasprimento delle pene, giustificata da una tolleranza zero contro i casi, come questo, di omertà.
Seppur di minore gravità rispetto alle altre paventate, anche solo tale sanzione sarebbe, comunque, un brutto colpo per l’allenatore salentino oltre che per la società neo Campione d’Italia.
A mio avviso questo è l’unico concreto rischio che, ai fatti, potrebbe correre Antonio Conte.
Allo stato attuale, quindi sulla base delle sole dichiarazioni di Carobbio, non penso ci siano le condizioni per deferire Conte per illecito sportivo tant’è che, se ci fossero stati gli elementi, il procuratore Palazzi avrebbe già provveduto.
Il Codice di giustizia sportiva (art. 7) definisce illecito sportivo come il “compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero a compiere atti per assicurare a chiunque un vantaggio in classifica”.
Limitandoci ad analizzare le sole dichiarazioni di Carobbio, la condotta di Antonio Conte non sembra contenere gli elementi necessari per realizzare un illecito sportivo. Con le sue parole, Carobbio lascia intendere che Conte era a conoscenza degli accordi illeciti ma non che lo stesso avesse partecipato o avesse agevolato il raggiungimento degli stessi.
Per realizzare un illecito sportivo Conte avrebbe dovuto partecipare in qualche modo al raggiungimento dell’accordo con una condotta “idonea ed efficace”.
Tali elementi mancano in entrambi i casi. Con l’invito rivolto ai suoi giocatori di stare tranquilli Conte avrebbe tutt’al più confermato la conoscenza dell’accordo illecito. Null’altro.
Alcuni potrebbero ipotizzare che, con le sue parole, Conte volesse condizionare la prestazione dei suoi giocatori al fine di puntare al pareggio con il Novara. Non penso, tuttavia, che tale ipotesi sia condivisibile. La proposta dell’illecito affinchè sia sanzionabile deve essere seria e percepita come tale dai soggetti destinatari. L’invito a stare “tranquilli” si presta sicuramente a numerose interpretazioni ma sarebbe, comunque, una forzatura fin troppo complicata da dimostrare, vederla come un invito a pareggiare.
Resta inteso che, se dalle indagini dovessero risultare ulteriori elementi che confermino l’ipotizzata condotta attiva di Conte al raggiungimento degli accordi illeciti, l’allenatore salentino rischierebbe sul serio di veder compromessa la sua fulgida carriera.
L’unica panchina sulla quale potrebbe sedersi per un bel pò di tempo, sarebbe quella del parco più vicino alla sua abitazione. Per tale tipo di violazione gli organi di giustizia sportiva potrebbero sanzionarlo, infatti, con una inibizione o una squalifica non inferiore ai 3 anni.

Avv. Cristian Zambrini

 

 

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