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Monday, 01 April 2013 19:37
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Le partecipazioni di Lotito e Mezzaroma: i rischi di Lazio, Siena e Salernitana

Ci hanno detto che scavando nella sabbia, con un pò di pazienza, si trova sempre l’acqua. Ci hanno detto che la determinazione in questi casi è tutto e che, quanto più ardito sarà il nostro obiettivo, maggiori saranno le soddisfazioni. Abbiamo scavato per constatare con i nostri occhi se è vero quanto ci hanno promesso. L’impegno non è mancato. Le mani ce le siamo sporcate, ma di acqua non se n'è vista neanche una goccia. Neanche quella necessaria a lavarci le mani. Forse è questo il motivo per il quale è tanto difficile al giorno d’oggi mantenersi “puliti”.

 

 

 

Leggere attentamente le avvertenze: questo articolo non ha intenzioni belligeranti, tutt’altro. Attraverso un semplice esempio si cercherà di fare una fotografia obiettiva della situazione attuale del sistema calcio (e non solo), con il preciso obiettivo di togliere gli ultimi dubbi, se ne fossero rimasti, circa la discrezionale applicazione delle sue leggi e dei suoi regolamenti.

L’ordinamento giuridico italiano riconosce l’autonomia dell’ordinamento sportivo. Al suo interno gravitano le singole Federazioni: microcosmi capaci di autogestirsi. Nei limiti della propria competenza le Federazioni emanano precisi regolamenti per mezzo dei quali regolano e disciplinano la propria vita e quella dei propri utenti. Nel caso specifico la Federazione italiana giuoco calcio (f.i.g.c.), ha nelle N.O.I.F. (Norme organizzative interne della Figc) il fulcro del suo sistema di regolamentazione.

Ebbene a volte, si verificano strani episodi che pongono inquietanti interrogativi circa la integerrima applicazione della normativa. Il dato sconcertante è che, nonostante tutti ne siano al corrente, nessuno pare curarsene.

Un esempio: l’articolo 16 delle Noif denominato “Partecipazioni societarie” stabilisce che “non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale”. Per chiarezza “un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali”. In buona sostanza, un soggetto non può “controllare” più società appartenenti alla sfera professionistica o a quella della serie D. Tale divieto è stato concepito per evitare conflitti di interessi che possano concretizzarsi anche in movimenti, più o meno "giustificabili", di denaro e giocatori. 

 

A questo punto, i più attenti si chiederanno: ma è vero? È una domanda scontata perchè siamo talmente assuefatti dai meccanismi perversi dei vertici, che pensiamo ci debba essere sempre una spiegazione o una giustificazione alla violazione di una norma. Purtroppo non è così.

Sulla scorta di tale ragionamento ci si chiede come possano spiegarsi, ad esempio, le figure del Presidente Lotito e del Presidente Mezzaroma? Il Litterato imprenditore romano, ai più noto come Presidente della Lazio dal 2004, ed il cugino del Presidente del Siena Calcio, sono, infatti, anche comproprietari della U.s. Salernitana dal 2011. In quell’anno il sodalizio campano ripartiva dalla Serie D, dopo essere stata esclusa dai campionati di Lega Pro per dissesto economico-finanziario. Dall’acquisizione della società campana sono passati ormai quasi 3 anni e nessuno sembra aver mosso un dito per sanzionare l’operato dei due imprenditori romani, anzi. Se ne parla, se ne scrive, quasi a voler riconoscere meriti ai due illustri “mecenati”.

Purtroppo siamo in Italia ed il concetto di deroga e proroga, per i pochi intimi, è connaturato al sistema tant’è che anche chi non ne può "usufruire" sembra abbia smesso di lamentarsi. Seguendo tale logica il Consiglio Federale ha, infatti, concesso una proroga a Lotito e Mezzaroma per consentire alla Salernitana di “riorganizzarsi dopo la Serie D”.

Tuttavia l’inosservanza di tale divieto dovrebbe costituire illecito e dovrebbe comportare  l’applicazione delle sanzioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva! Nel caso specifico le sanzioni sono la sospensione dei contributi federali ed, in caso di permanenza dell’inosservanza del divieto, le società oggetto di controllo non dovrebbero essere ammesse al Campionato di competenza.

Sebbene l’articolo non utilizzi il condizionale, nel caso specifico sembra quasi d’obbligo. Le proroghe, concettualmente, dovrebbero avere un limite temporale. A meno che i due Presidenti non vogliano condizionare pesantemente le sorti delle 3 società coinvolte, farebbero bene a prendere, nel più breve tempo possibile, idonei provvedimenti.

La speranza è che, un giorno o l'altro, ai vertici federali, qualcuno decida di applicare sul serio la normativa. Acqua ancora non se n'è vista, ma siamo tutt'altro che stanchi. Continueremo a scavare.

 

Avv. Cristian Zambrini

 

 

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