Dalla stagione in corso le società sportive professionistiche devono, infatti, rispettare il regolamento imposto dalla Uefa se vorranno partecipare alle competizioni organizzate dalla stessa: Champions League ed Europa League.
E’, infatti, specificamente previsto che, al fine di partecipare alle Competizioni europee, tutte le società devono richiedere ed ottenere ogni anno la Licenza Uefa. Il rilascio della Licenza è condizionato al rispetto di tutti i criteri previsti dal regolamento: sportivo, infrastrutturale, organizzativo, legale ed economico-finanziario.
Attraverso l’introduzione della normativa sul fair play finanziario, la Uefa si è prefissa l’obiettivo di migliorare sensibilmente il livello qualitativo del calcio europeo imponendo a tutte le società un utilizzo più razionale delle risorse economiche ed una organizzazione più professionale ed efficiente.
In poche parole, anche se una società dovesse raggiungere una posizione in classifica utile per accedere alle competizioni europee, la stessa potrebbe non parteciparvi se, a seguito dei controlli effettuati, dovesse risultare il mancato adempimento delle prescrizioni imposte dal regolamento.
A meno di un anno dalla sua concreta applicazione, il nuovo regolamento sembra aver già fatto unaprima vittima in Italia.
È notizia di questi giorni che la Commissione di primo grado abbia rifiutato di concedere la Licenza Uefa al Parma calcio per un presunto ritardo nel pagamento di alcune ritenute Irpef, per un importo pari a circa trecento mila euro.
Se, dunque, il Parma dovesse scavalcare nell’ultima giornata di campionato il Torino piazzandosi alsesto posto, la stessa non potrebbe comunque partecipare alla Europa League stante il mancato possesso della Licenza!
Con un comunicato ufficiale, la società emiliana ha immediatamente smentito le motivazioni del diniego, chiarendo che il Parma calcio non ha alcun tipo di debito né ha mai effettuato pagamenti in ritardo. La società conclude il comunicato rassicurando che il secondo grado consentirà di ottenere la bramata licenza.
Pur non avendo accesso alla documentazione ufficiale depositata presso l’Ufficio Licenze Uefa, si può, comunque, analizzare la questione attraverso lo studio della normativa in vigore.
Nello specifico, in Italia, il Manuale delle Licenze Uefa rappresenta il recepimento nella Figc del regolamento sul fair play finanziario.
Organo competente a valutare il ricorso del Parma in opposizione al diniego della licenza sarà laCommissione di secondo grado. La Commissione emette la propria decisione dopo aver esaminato la documentazione e le relazioni predisposte dagli Esperti nominati dalla Federazione.
È specificamente stabilito che, in tale fase, la società opponente, nella fattispecie il Parma calcio, potrà dimostrare di aver appianato i debiti presuntivamente accertati dalla Commissione di primo grado.
L’articolo 14.4.10 del Manuale stabilisce, infatti, che la Licenza potrà essere rilasciata se le omissioni, precedentemente accertate in primo grado, siano state dettate da fattori contingenti e che le stesse siano state superate in un momento successivo.
Se, dunque, il Parma documenterà l’assenza di debiti relativi alle ritenute Irpef come già ha dichiarato nel suo comunicato ufficiale, non avrà alcun tipo di problema ad ottenere la Licenza.
Nel caso in cui, invece, la Commissione di secondo grado dovesse seguire la linea del primo grado e rigettare l’opposizione, entro due giorni dalla data di notifica della decisione il Parma potrà presentare ricorso all’Alta Corte di Giustizia.
Dopo una stagione eccellente ed un sesto posto in classifica conquistato sul campo, sarebbe quanto meno avvilente non ottenere il pass per le coppe europee.
Avv. Cristian Zambrini (www.studiolegalezambrini.it)