Friday, 17 April 2020 14:25
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Coronavirus: crisi economica e sfratti

Sono passati ormai 40 giorni dall’inizio della quarantena.

Dopo aver apprezzato gli effetti positivi delle restrizioni imposte dal Governo sulla diffusione del Coronavirus, è ormai giunto il momento di constatare le inevitabili drammatiche ripercussioni del lockdown sulle tasche della gente.

Attività commerciali chiuse, stipendi sospesi, cassa integrazione non pervenuta sono solo alcune delle conseguenze negative cadute come un masso sulla testa degli italiani, e non solo.

Il Governo ha, tuttavia, tentato, seppur timidamente, di porre rimedio ad almeno una problematica che, già nel breve termine, potrà manifestarsi: il mancato pagamento dei canoni di locazione.

 

 

Il lungo periodo di lockdown ha posto, infatti, chi non ha risparmi o sostegni esterni in gravi difficoltà fin tanto da esporsi a morosità e, almeno teoricamente, alle conseguenti procedure di sfratto.

Con il decreto “Cura Italia” n. 18 del 17 Marzo 2020, il Governo ha infatti posto il blocco degli sfratti su tutto il territorio italiano.

Il provvedimento stabilisce infatti che, l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo, è sospesa fino al 30 Giugno 2020.

Tale disposizione, tuttavia, si riferisce esclusivamente alle procedure già avviate e divenute esecutive con il relativo provvedimento di rilascio. In pratica prima del 30 Giugno nessuno potrà essere obbligato a lasciare l’abitazione.

Va da sé che i proprietari potranno, pertanto, sempre agire, in caso di morosità, per introdurre la relativa procedura tuttavia gli effetti esecutivi saranno inderogabilmente posticipati al 30 Giugno.

A questo si aggiunge che, seppur formalmente lo specifico procedimento non sia sottoposto alla sospensione dei termini, tutti i tribunali, almeno finora, hanno rinviato de plano tutte le udienze fissate per la convalida.

È bene chiarire che tale disposizione non sospende in alcun modo l’esigibilità dei canoni quindi si consiglia di ottemperare a tali impegni, ma interviene al fine di proteggere chi, nel corso di questi mesi, non ha potuto e non potrà far fronte a tale spesa.

Nella speranza che giunti a Giugno la situazione possa migliorare.

Il medesimo decreto consente altresì la definizione di un accordo tra le parti che contemperi gli interessi di entrambi.

Da una parte l’affittuario avrà due soluzioni: richiedere la risoluzione del contratto per giusta causa, senza pertanto l’applicazione di alcuna penale, o la riduzione per un numero di mesi determinato del canone di locazione.

Dall’altra il proprietario potrà comunicare all’Agenzia delle entrate il mancato incasso dei canoni al fine del ricalcolo delle imposte da versarsi. Medesima comunicazione dovrà essere effettuata nel caso in cui il proprietario accetti di ridurre il canone.

Sul sito dell’Agenzia delle entrate ci sono tutti i moduli utili (modello 69).

È in questi momenti che bisogna trovare il giusto equilibrio tra diritti e doveri senza travalicarne i limiti. Impegno da una parte e sensibilità ed elasticità dall’altra possono mantenere in piedi un meccanismo che rischia seriamente di cadere a pezzi se ci si limita a guardare nel proprio orticello.

Avv. Cristian Zambrini (www.studiolegalezambrini.it)

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