Tuesday, 28 April 2020 11:21
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Decreto Coronavirus: tra congiunti, fidanzati e amici

"... sono consentiti solo gli spostamenti  motivati  da  comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita' ovvero per  motivi di salute e si considerano  necessari  gli  spostamenti  per  incontrare congiunti purché' venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie."

Cerchiamo di fare un po' di chiarezza sul concetto di congiunto alla luce dell'orientamento giurisprudenziale. Poiché, è bene evidenziarlo, è questo ciò che conta nell'applicazione di una norma più che il contenuto stesso.

 

Con il prossimo Dpcm in vigore dal 4 Maggio il Governo consentirà ai cittadini italiani di uscire da casa, oltre che per comprovate esigenze lavorative o per motivi di salute, anche per incontrare i cosiddetti congiunti purché nel rispetto delle prescrizioni inerenti il distanziamento. 

Benché i provvedimenti emessi dal Governo abbiano prodotto risultati confortanti nella lotta avverso la diffusione del Covid-19, non può certo negarsi come gli stessi siano stati spesso contraddittori o lacunosi.

La corsa alla decriptazione del termine congiunto è, infatti, scattata immediatamente su tutti i motori di ricerca fino a quando, da Palazzo Chigi, sarebbe pervenuta una nota che chiarirebbe come, nel suo significato, dovrebbero rientrare anche i rapporti connotati da un "solido rapporto affettivo", come quello tra fidanzati.

 

Mettendo da parte qualsiasi riflessione sul concetto di solidità che, nell'attuale periodo storico, lascia realmente a desiderare, ci si può dedicare ad interrogarsi su cosa effettivamente possa rientrare nella sintomatologia del "solido rapporto affettivo" e se, in questo, debbano rientrare solo i rapporti di coppia indipendentemente da un loro riconoscimento formale.

 

La nota emessa da Palazzo Chigi fonderebbe, a quanto pare, il suo ragionamento su una nota sentenza della Cassazione del 2014 (n. 46351/2014) che, in tema di risarcimento del danno morale a causa di morte, riconobbe il ristoro anche alla fidanzata del defunto.

 

La sentenza menzionata riconosce sì detto risarcimento alla povera ragazza privata del suo amore, ma non si limita a questo. Essa effettua una valutazione complessiva sui tipi di rapporti che possono legare due persone e sugli effetti che tali connessioni possono produrre sulle vite di ciascuno.

Prendendo spunto dall'azione proposta dalla fidanzata del defunto, la Cassazione afferma, con incontestabile chiarezza, che il dolore straziante di un lutto non lo provano solo i parenti ma anche, e a parer di chi scrive spesso con più veemenza, tutte le persone che abbiano avuto con esso un solido rapporto affettivo.

Sulla scorta dell'interpretazione offerta dalla sentenza nulla, quindi, vieta di estendere il concetto di tale tipo di rapporto anche alle amicizie più strette; quelle che, connotate da quotidianità ed anni di condivisione (la sentenza riferisce "duratura e significativa comunanza di vita e di affetti"), possano determinare, al venir meno di uno dei due, un dolore lacerante.  

Se il Governo vorrà, quindi, seguire l'orientamento della Cassazione dovrà farlo, come è giusto che sia, nella sua completezza per non scatenare prevedibili malumori o ricorsi avverso le eventuali multe.

Forse, nel tempo, il concetto di amicizia si sarà anche deteriorato ma questo non deve condurre il Governo ad attribuirgli un valore inferiore o, addirittura, inesistente.

Catalogare i rapporti umani nella fascia tra parenti e fidanzati significa escludere tutto un altro mondo di affezioni che, pur non sfociando nell'amore sessualmente inteso, conferisce alla vita di tante persone, non accoppiate, senso e valore.

Pur rischiando di generare ulteriore malcontento, il Governo, nell'ottica del mantenimento della quiete e soprattutto del basso rischio di contagio raggiunto, avrebbe dovuto concentrarsi su altri argomenti evitando questa gentile "concessione" che, caratterizzata da confusione e superficialità, pare più scritta da un adolescente in preda ad una crisi ormonale che altro.

Qualsiasi ironia sulla prescrizione del distanziamento e dell'uso delle mascherine nel caso di incontro tra fidanzati appare sicuramente superflua.

Avv. Cristian Zambrini (www.studiolegalezambrini.it)

 

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